FAQ

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Le scuole, ai sensi dell’OPCM 3274 del 2003 e relativi recepimenti regionali, sono collocate tra gli edifici strategici, quindi tra gli immobili per cui le amministrazioni competenti (comuni e province) avrebbero dovuto far redigere una verifica di vulnerabilità sismica. L’obbligo normativo si limita purtroppo a queste verifiche e non impone la conseguente messa in sicurezza. Effetti normativi successivi hanno consentito lo stanziamento di fondi per interventi “leggeri” su edifici scolastici, e molte amministrazioni hanno quindi avviato appalti per eliminare alcune criticità, come ad esempio la messa in sicurezza per il crollo di controsoffitti o lo sfondellamento dei solai. Infine dal primo gennaio 2017 è d’obbligo aggiornare in modo continuo, per ogni edificio scolastico, un fascicolo elettronico con i dati relativi ad eventuali interventi sull’edilizia o le strutture, gli impianti etc. In questo fascicolo dovrebbero, ripeto dovrebbero, essere contenuti anche i dati relativi alla classificazione sismica o il dato relativo alla vulnerabilità.

 

Il Sismabonus permette sgravi fiscali ammortizzabili in 5 anni e con la possibilità di cessione del credito di imposta anche all’ impresa esecutrice dei lavori.

Un primo sgravio è previsto per un massimale di importo detraibile pari a 28.500 euro e una detrazione del 70% per tutti gli interventi di rinforzo locale, realizzati previa determinazione della classe di rischio in via speditiva che consentano il raggiungimento di una classe di rischio superiore.

Vi sono poi sgravi che vanno dal 70 all’80% (con aliquote del 75 e dell’85% riservate alle parti comuni dei condomini) qualora utilizzando analisi di vulnerabilità sismica, redatte ai sensi dell’NTC 2008, si migliori la classe di rischio del fabbricato di una (per il 70%) o di due classi (80%). La spesa massima detraibile è pari a 96.000 euro.

Per chi per il momento volesse solamente ottenere la classificazione del rischio dell’edificio, senza procedere con i lavori da miglioramento, è possibile ottenere uno sgravio del 65% in 5 anni.

Il Sismabonus è contenuto nella legge finanziaria 2017, vale per gli interventi realizzati dal 1 gennaio 2017 e il 31 dicembre 2021.

E’ rivolto a proprietari di prime o seconde case, edifici di civile abitazione o attività produttive che ricadono nelle zone di pericolosità sismica 1, 2 e 3.

Il Sismabonus è la possibilità di detrarre fino all’85% in 5 anni delle spese sostenute per la messa in sicurezza statica e sismica di un edificio.

Le linee guida prevedono la possibilità di effettuare interventi di rafforzamento locale. Tali interventi possono incrementare i valori di classe (una sola) qualora si sia utilizzata una analisi semplificata e vengano rispettati determinati parametri definiti sulle linee guida. L’importo massimo detraibile è pari a 28.500 euro.

Per gli edifici in muratura è possibile effettuare una analisi semplificata per la determinazione della classe di rischio. Il metodo utilizza parametri tabellari definiti dalla Scala Macrosismica Europea.

Per calcolare il parametro PAM è sufficiente creare un piccolo foglio Excel seguendo le indicazioni delle linee guida.
E’ necessario determinare per ogni stato limite, dallo SLO allo SLC, la capacità dell’edificio in termini di tempo di ritorno. Tecnicamente (per edifici ordinari) è anche possibile calcolare i soli tempi di ritorno, correlati agli stati limite SLD e SLV, e determinare gli altri per via parametrica, ma dalle prove che abbiamo fatto è consigliabile procedere con i dati del calcolo per ogni stato limite.
Ad ogni stato limite si associa un valore minore di 1 denominato percentuale del costo di ricostruzione.
Ponendo in ordinata i valori del costo di ricostruzione ed in ascissa i valori relativi all’inverso dei tempi di ritorno (valore lambda) si ottiene una spezzata, la cui area sottesa fornisce il valore di PAM.

Il PAM è un parametro più articolato che richiede lo sviluppo di una piccola routine di calcolo. Con il PAM vengono inoltre computati i comportamenti della struttura allo SLD o, qualora il caso lo preveda, anche allo SLO. Il PAM quindi consente di avere un quadro della capacità dell’edificio anche per valori in accelerazione inferiori a quelle dello SLV, quindi per terremoti meno intensi e più frequenti.

Il parametro IS-V fornisce un rapporto diretto tra la capacità di un edificio in termini di PGA allo SLV e i valori di PGA forniti dalla domanda in termini di pericolosità sismica. In parole semplici IS-V fornisce un rapporto diretto tra le accelerazioni del terreno a cui l’edificio resiste e le accelerazioni previste per un terremoto di progetto allo SLV.

La classe di rischio viene determinata mediante il calcolo di due parametri, il PAM e il IS-V, assumendo il valore associato alla classe più bassa. Nelle linee guida vi sono tabelle che associano ciascun valore di PAM e IS-V ad una determinata classe di rischio. PAM e IS-V sono parametri adimensionali, calcolati mediante una analisi della vulnerabilità sismica secondo quanto previsto dal capitolo 8 del’ NTC 2008 e circolare accessoria.

La legge finanziaria 2017 consente di detrarre, nei comuni ricadenti nelle zone 1, 2 e 3, il 70% delle spese sostenute per la riduzione del rischio, qualora si abbassi di una sola classe di rischio e l’80% qualora si abbatta di due classi il rischio. Per le parti comuni dei condomini le detrazioni passano rispettivamente al 75 e all’85%. Per chi volesse effettuare le sole analisi per la determinazione della classe la detrazione è pari al 65%.

Le classi di rischio sono 8, dalla A+ alla G. L’approccio della suddivisione in classi è il medesimo della classificazione energetica, per facilitare la lettura.

No, in realtà le case in legno risentono in misura molto ridotta dell’azione sismica, perché sono molto leggere. In termini generali, per fare un esempio, si può affermare che l’azione sismica sia in qualche modo proporzionale alle masse di un edificio; la leggerezza è quindi un elemento vantaggioso ed è più semplice che la struttura possa assorbire le sollecitazioni. Va detto, però, che il vero protagonista della resistenza sismica delle strutture non è un materiale in se, ma una caratteristica che si chiama duttilità. La duttilità è la capacità di una struttura di deformarsi senza rompersi, dissipando nel processo una grande quantità di energia.

“L’antisimicità” non dispende dal materiale, ma dalla buona progettazione e costruzione dell’edificio.

Solitamente edifici di questa tipologia sono realizzati con un “telaio” ossia un’ossatura strutturata su pilastri, travi ed elementi “parete” posti in corrispondenza di scale e ascensori. Diversamente da altre tipologie edilizie, come le case in muratura di 1 o 2 piani, questi edifici sono molto “deformabili”; rispondono quindi a determinate sollecitazioni, come ad esempio il passaggio di treni, vibrando. Per fare un esempio pratico immagina di avere una bacchetta di materiale flessibile. Immagina di fissarla alla base e di collocare una pallina di ferro in sommità. Se muovi la base della bacchetta, la palla in sommità oscillerà. L’oscillazione da cosa dipende? Dipende chiaramente dal peso della pallina, ma supponendo che questa rimanga costante, l’oscillazione dipenderà molto dalla lunghezza della bacchetta. Più la bacchetta è lunga più oscillerà, più è corta e tozza più le oscillazioni sono piccole. Lo stesso avviene per gli edifici, più sono alti e snelli più oscillano, più sono bassi e tozzi più sono rigidi. Attenzione però se un edificio alto oscilla, (caso della bacchetta lunga) vuol dire che il “periodo fondamentale” è alto e di conseguenza gli spostamenti saranno alti come visto, ma nonostante l’oscillazione l’azione sismica risentita sarà più bassa. Per edifici rigidi, invece, come abbiamo visto l’oscillazione sarà molto contenuta, ma il carico sismico alla base sarà notevolmente maggiore.

 

Il comportamento sismico di un edificio isolato è assolutamente diverso da quello di un insieme di edifici realizzati uno vicino all’altro, o come si dice in termini tecnici “in aggregato”. Il comportamento degli edifici in aggregato (si tratta quasi sempre di edifici in muratura) è tale per cui a soffrire maggiormente sono tutte quelle superfici che “escono dalla continuità” dell’isolato, oppure situati in zone d’angolo. A soffrire, quindi, soprattutto di pericolosi meccanismi di fuori piano (muro che si ribalta verso l’esterno), sarà nel tuo caso la parte emergente degli edifici più alti che affiancano la tua casa, mentre il tuo edificio sarà protetto dagli edifici adiacenti. Soffriranno gli edifici d’angolo, o quelli che per qualche ragione si staccano dal continuo.

Per un edificio con più piani e più appartamenti va prevista una analisi globale, perché soluzioni da implementare su un singolo appartamento o piano sono prive di senso e possono anche provocare danni se mal poste. Le procedure da attuare, estese all’intero condominio, sono una prima analisi di vulnerabilità sismica, per definire la classe di rischio sismico dell’edificio ed evidenziare le maggiori debolezze e le criticità su cui intervenire. Successivamente, se si ritiene, è possibile concordare con il tecnico progettista le tecniche migliori di messa in sicurezza, secondo i livelli della classe di rischio che si vuole ottenere, quindi procedere con i lavori.

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